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Infortuni e malattie professionali 2023: come sta andando il primo semestre?

Infortuni e malattie professionali 2023: come sta andando il primo semestre?

Come sta andando il primo semestre del 2023 in ambito salute e sicurezza sul lavoro?

L'Inail ha pubblicato sul proprio sito gli open data che riguardano i mesi da gennaio a giugno di quest'anno. Nello specifico, tali dati analitici interessano le denunce di infortunio registrate nel periodo di tempo sopra menzionato, gli infortuni mortali e le malattie professionali.

In attesa di avere un quadro completo alla fine del 2023, intanto vediamo qual è stato l'andamento nella prima metà dell'anno e un confronto con gli anni precedenti.

Le denunce di infortunio nei primi sei mesi del 2023

In totale, le denunce di infortunio registrate entro il 30 giugno del 2023 sono state 296.665, con un calo del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022 (382.288).

Se è vero, da un lato, che il numero di denunce è in aumento rispetto al 2021 e al 2020 (rispettivamente del +11,2% e del +21,1%), dall'altro è altrettanto vero che tali numeri vanno contestualizzati al periodo Covid, dove il calo è stato senz'altro dovuto al molto meno lavoro. Infatti, prendendo in esame l'anno pre-pandemia, ovvero il 2019, il dato del 2023 è in diminuzione dell'8,4% rispetto alle 323.831 denunce di infortunio del 2019.

I casi avvenuti in occasione di lavoro - rispetto al primo semestre del 2022 - sono scesi del 25,9%, passando dai 340.784 ai 252.675 di quest'anno, mentre quelli in itinere (cioè avvenuti nel tragitto tra andata e ritorno tra abitazione e posto di lavoro) sono aumentati da 41.504 a 43.990 (+6%).

Decrementi degli infortuni sono stati riscontrati in Industria e servizi (-27,6%) e Agricoltura (-1,1%), mentre il Conto Stato ha registrato un +1,8%. Nei settori produttivi, i dati più rilevanti (in calo e in aumento) riguardano:

  • sanità e assistenza sociale (-73,1%);
  • amministrazione pubblica (-63,2%);
  • trasporto e magazzinaggio (-55,2%);
  • bevande (+17,4%);
  • abbigliamento (+8,7%);
  • prodotti chimici (+2,2%).

Dal punto di vista territoriale, il calo delle denunce di infortunio ha interessato tutte le aree del Paese, in particolare le Isole (-29,2%) e il Sud (-28,7%), seguite dal Nord-Ovest (-25,6%), dal Centro (-22,1%) e dal Nord-Est (-14,3%). Le regioni con i maggiori decrementi sono state Campania, Liguria, Molise e Abruzzo.

Infine, il calo rispetto al 2022 ha riguardato:

  • sia la componente femminile (-35,6%) che quella maschile (-12,4%);
  • lavoratori italiani (-25,4%), comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%);
  • tutte le fasce d'età, ed accezione degli under 20 (+13,1%).

Infortuni mortali sul lavoro nel primo semestre 2023

Nei primi sei mesi del 2023, le denunce di infortunio con esito mortale sono state in tutto 450, con un calo - rispetto allo stesso periodo - di 13 casi rispetto al 2022, di 88 rispetto al 2021, di 120 rispetto al 2020 e di 32 nei confronti del 2019.

I casi mortali in occasione di lavoro sono rimasti, nel 2023, praticamente uguali al 2022 (342 vs 346) mentre sono diminuiti quelli in itinere, che sono passati da 121 a 104. Il calo ha interessato soprattutto l'Agricoltura (da 57 a 47 casi) e il Conto Stato (da 18 a 15), mentre nell'Industria e servizi il numero di decessi è rimasto lo stesso (388).

Dall'analisi territoriale, invece, emerge che le regioni che hanno avuto casi in aumento sono la Lombardia (+11), il Friuli-Venezia Giulia (+9), la Liguria e la Campania (+8 ciascuna), l’Abruzzo (+7), l’Umbria (+6) e il Lazio (+2), mentre i cali più importanti si sono avuti in Toscana (-12), Piemonte (-7), Calabria e Puglia (-6 ciascuna). Nel complesso, ecco le variazioni rispetto al 2022:

  • Nord-Est: da 109 a 101 casi;
  • Centro: da 101 a 92;
  • Sud: da 95 a 93;
  • Isole: da 38 a 34;
  • Nord-Ovest: da 120 a 130 (unica in aumento).

La componente femminile ha visto una diminuzione di casi mortali da 55 a 34, mentre in quella maschile si è registrato un aumento (da 408 a 416). In calo anche le denunce dei lavoratori italiani (da 378 a 371) e comunitari (da 25 a 15), mentre in aumento quelle degli extracomunitari (da 60 a 64).

Dal punto di vista delle classi di età, le riduzioni riguardano la fascia 25-49 anni (da 186 a 151) e quella 55-59 anni (da 89 a 88), mentre sono aumentati i casi tra gli:

  • under 25 (da 22 a 31 casi);
  • 50-54enni (da 67 a 70);
  • over 59 (da 99 a 110).

Gli incidenti plurimi nella prima metà del 2023 sono stati 6, con 12 decessi (di cui 6 stradali), mentre nello stesso periodo del 2022 sono stati 8, con 18 decessi (tutti stradali).

Denunce di malattia professionale nel primo semestre 2023

Rispetto ai primi sei mesi del 2022, il primo semestre del 2023 ha registrato quasi 7 mila denunce di malattie professionali in più, con un aumento del 22,4% (+31,8% rispetto al 2021, +87,1% sul 2020 e +16,8% nel confronto con il 2019).

Nella gestione Industria e servizi l'aumento è stato del 22,6%, in Agricoltura del 21,1% e nel Conto Stato del 29,6%. Tale incremento ha interessato, a livello territoriale, tutte le aree del Paese:

  • Sud (+29,6%);
  • Centro (+22,8%);
  • Nord-Ovest (+21,9%);
  • Nord-Est (+19,5%);
  • Isole (+9,2%).

In aumento anche le denunce di malattie professionali sia tra i lavoratori (+20,7%) che tra le lavoratrici (+27,1%), così come nell'analisi che riguarda lavoratori italiani (+21,8%), comunitari (+16,6%) ed extracomunitari (+36,4%).

Infine, come nel 2022, le prime malattie professionali denunciate sono state le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

In generale, è bene ricordare che gli open data pubblicati dall'Inail sono provvisori, quindi il loro confronto richiede cautela, soprattutto rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale. Tuttavia, la situazione emersa ad oggi evidenzia differenze che, seppur di piccola entità, danno un trend degli infortuni (mortali e non) in calo. Tralasciando la parentesi degli anni 2020 e 2021 (netto calo a fronte di molto meno lavoro), nei primi mesi del 2023 c'è stata comunque una lieve diminuzione rispetto ai numeri del 2019 e 2022.

Inoltre, l'aumento delle denunce di malattie professionali può denotare, a parere di chi scrive, una maggior consapevolezza dei lavoratori anche delle conseguenze psichiche del loro lavoro, oltre che di quelle fisiche.

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Scritto da: Elena Bonomi


Consulente laureata in Scienze dei servizi giuridici e specializzata in sicurezza sul lavoro, appassionata di sport e chitarra.


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