Come proteggersi dagli attacchi phishing: i consigli del Garante
Con l'esplosione del digitale, oggi molte tipologie di reati vengono commessi proprio online, con l'obiettivo di rubare informazioni e dati personali degli utenti.
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Con l'esplosione del digitale, oggi molte tipologie di reati vengono commessi proprio online, con l'obiettivo di rubare informazioni e dati personali degli utenti.
Il diritto alla portabilità dei dati, introdotto con l'articolo 20 del GDPR, permette agli interessati di ricevere i dati personali forniti a un titolare, e trasmetterli senza impedimenti a un altro titolare del trattamento.
Un'emergenza globale. È così che gli esperti di Clusit hanno definito la situazione legata alla sicurezza informatica mondiale, vista l'escalation di attacchi e i conseguenti danni economici registrati di recente.
Definire il periodo di conservazione dei dati personali (data retention) è uno degli adempimenti richiesti dal GDPR ed è fondamentale per tutelare i soggetti interessati.
Lo scorso 10 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge che, tra le altre disposizioni, ha istituito l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN).
Il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato le nuove linee guida su cookie e altri strumenti di tracciamento, che hanno tenuto conto anche della consultazione pubblica promossa alla fine del 2020.
In un anno caratterizzato dall'impatto dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19, sono state diverse le sfide che hanno impegnato il Garante per la privacy nel corso del 2020.
Con l’evoluzione del digitale, il rischio di furti d'identità, nelle aziende e non solo, è aumentato in modo esponenziale.
Il Responsabile della protezione dei dati (RPD) o DPO (Data Protection Officer) è la figura che affianca il titolare e/o il responsabile del trattamento per le funzioni di supporto, controllo e prassi formative e informative sulle disposizioni previste dal GDPR.
In materia di trattamento dei dati personali, il principio di coerenza, previsto nel GDPR 2016/679, ha l'obiettivo di garantire maggiore adeguatezza e uniformità del regolamento, tra le Autorità di controllo dei diversi Paesi europei.
Il datore di lavoro può installare un sistema di videosorveglianza nelle sedi lavorative?
Sempre più spesso, imprese e organizzazioni sono vittime di attacchi ransomware che possono causare serie difficoltà al normale svolgersi delle attività aziendali.
La pandemia Covid-19 ha, per forza di cose, accelerato il passaggio a modalità lavorative a distanza, rendendo lo smart working, in poco tempo, una soluzione sempre più utilizzata.
Il responsabile del trattamento, come specificato dal Regolamento Europeo sulla privacy, è “la persona fisica o giuridica, l'autorità pubblica, il servizio o l'organismo che tratta i dati personali per conto del titolare del trattamento”.
Rispettare gli adempimenti previsti dal GDPR sul trattamento dei dati personali ha a che fare anche con cookie e Privacy Policy sui siti web.
Strumento di contact tracing, volto a limitare e prevenire i contagi da COVID-19 nel nostro Paese, l’app Immuni ha come obiettivo quello di avvisare le persone che sono entrate in contatto con un soggetto risultato positivo al virus, in modo da attuare le adeguate misure di sicurezza.
Con l'inizio della "fase 2" e la riapertura (spesso parziale) di molte attività lavorative dopo il periodo di lockdown, le aziende hanno dovuto mettere in atto misure generali e specifiche per limitare al minimo il rischio contagio da Covid-19 sul posto di lavoro.
Con la diffusione sempre più capillare di dispositivi di riconoscimento facciale, sia nel pubblico che nel privato, cresce anche l'attenzione (e la preoccupazione) legata alle modalità di utilizzo dei dati biometrici e alle possibili violazioni degli stessi.